La clonazione umana ufficialmente non è mai esistita, ma cosa accadrebbe se un soggetto clonato venisse a sapere della vita precedente della sua copia originaria? Al di là delle sterminate questioni morali, potremmo dire che si tratta di una stessa persona che ha vissuto due vite? Probabilmente sì, nella prospettiva che la conoscenza delle vicende della copia originaria influenzi, per forza di cose, la vita della persona clonata e sia anche influenzata dalla persona che ha deciso questa clonazione.
Possiamo definirlo un vero atto d’amore quello di una donna che perde il proprio amato e ne riproduce copia per crescerlo, amarlo come madre e come amante? Probabilmente no, perché Thomas (l’amato amante figlio) è in effetti prigioniero di Rebecca e del suo utero fisico e mentale – womb – fin quando ha saputo della clonazione. Da lì in poi inizia una crisi della consapevolezza, purificabile con un gesto incestuoso. Alla fine se ne libera definitivamente, e con gratitudine per ciò che ha fatto la madre-amante.
Film girato in una eccezionale cornice ambientale, eterea e sospesa – come è il tempo di questa trama – affronta molti temi morali, della psicanalisi, e sulla disperante questione umana delle molteplici forme d’amore di fronte alla morte.
Womb è una bella storia fantascientifica, o forse già scientifica, che racconta vicende della condizione umana senza andare in galassie lontane.